CINQUANTA CAPODOGLI, CINQUANTA STORIE
Ho dipinto 50 code di capodoglio per raccontare quanto siano unici, preziosi, e oggi sempre più fragili questi grandi cetacei dei nostri mari.
Con la tecnica della fotoidentificazione è possibile riconoscere ogni singolo individuo: il profilo della coda, le tacche, a volte le chiazze bianche sono come un’impronta digitale. Non serve solo a creare un’”anagrafe” dei cetacei, permette anche di stimare il numero di frequentatori abituali di una certa zona. Nell’area di studio di Tethys, grande circa come la Lombardia e la Liguria messe assieme, si stima ne vivano circa 50.
Sembrano tanti? Non lo sono. Tanto è vero che sono riuscita a dipingerli tutti.
Ognuno dei quadri è ricavato dal profilo reale dell’animale, e ognuno è diverso da tutti gli altri. Ognuno ha un nome, una storia, un posto nell’insieme. Se ne manca uno, il quadro non sarà mai più lo stesso.
Tutti insieme formano questa installazione che prende il nome dal buio degli abissi in cui questa specie è capace di immergersi a profondità incredibili; facciamo sì che non siano oscure anche le prospettive per la loro sopravvivenza
Le code di capodoglio sono riprese da quelle reali dei capodogli del Santuario Pelagos.