Cetacei imperfetti

BALENE E DELFINI DEL MEDITERRANEO

Non tutti lo sanno, ma il Mediterraneo ospita diverse specie di cetacei. Sono otto in tutto, più alcune che ogni tanto sono “di passaggio”. Le ho dipinte, ma le mie illustrazioni non ritraggono l’esemplare-tipo, bensì sono sempre di un particolare individuo, com’è veramente… Sono cetacei “imperfetti”.


TURSIOPE Il delfino costiero

Tursiops truncatus

Per molti il tursiope è forse il primo delfino mai visto dal vivo. Si tratta infatti della specie che più spesso viene mostrata nei delfinari. Oggi che, perlomeno in Europa, la tendenza è a chiudere queste “prigioni” in cui nessun cetaceo merita di trascorrere una vita misera, si fa strada la consapevolezza che lo si può vedere con una certa facilità anche nel suo ambiente naturale. I tursiopi sono infatti i più costieri tra tutti i delfini del Mediterraneo.

L’individuo che ho dipinto, riconoscibile dalle tacche sulla pinna dorsale e dai segni sul melone (la “fronte”) è stato avvistato nel Santuario Pelagos nel 2017, accompagnato da un piccolo; si tratta quindi con ogni probabilità di una femmina.


DELFINO COMUNE Anzi… non-comune

Delphinus delphis

Il delfino comune, in Mediterraneo è tutt’altro che comune; anzi, è talmente raro che in certe zone, come nel Santuario Pelagos, lo si incontra a volte associato ad altre specie. L’individuo che ho dipinto, riconoscibile da alcuni graffi sul corpo, si era aggregato quando era ancora molto giovane, a un adulto di stenella, forse una mamma adottiva.


STENELLA Il delfino d’alto mare

Stenella coeruleoalba

Per chi va per mare le stenelle sono probabilmente l’incontro più consueto; spesso vengono a “cavalcare” la prua delle barche. In genere si avvistano in gruppi abbastanza numerosi. Questa è la specie in cui forse è più difficile riconoscere un individuo, motivo per cui al momento non esistono cataloghi di stenelle, che sono tante e poco marcate.

Tuttavia anche questo individuo ha i suoi segni particolari. E’ stato avvistato nel Santuario Pelagos nel luglio del 2018, a circa 15 miglia al largo della costa ligure di Ponente.


GRAMPO Il delfino con i graffi

Grampus griseus

Non ha il tipico “becco” (rostro), ma è un appartenente alla famiglia dei delfini, lungo dai 3 ai 4 metri e pesante dai 300 ai 400 kg. È facilmente riconoscibile dai vistosi graffi chiari su tutto il corpo, e il “disegno” è unico e diverso per ogni individuo. Alla nascita i piccoli sono grigio chiaro, uniforme; solo col tempo la livrea acquisisce le tipiche strisce. I segni, con ogni probabilità causati dalle interazioni con i conspecifici, si accumulano anno dopo anno, tanto è vero che i vecchi a volte appaiono quasi completamente bianchi.

Questo individuo è stato foto-identificato dai ricercatori dell’Istituto Tethys nel 2010 a circa sette miglia a sud del porto di Sanremo.


GLOBICEFALO Il delfino che non sembra un delfino

Globicephala melas

Non è difficile capire il perché del nome, vedendo di profilo questo cetaceo che, sembrerà strano, ma appartiene alla stessa famiglia dei delfini.

I globicefali si incontrano in branchi spesso molto numerosi formati da sottogruppi molto compatti. Sott’acqua si vede bene che tendono a stare … vicini vicini. Si pensa che abbiano una struttura sociale simile a quella delle orche: famiglie matriarcali, incentrate attorno alle mamme e nonne.

Questo individuo, una femmina, fa parte del catalogo di foto-identificazione di Tethys. E’ stato avvistato assieme a un gruppo molto numeroso composto prevalentemente da altre femmine con diversi piccoli.


Fin qui, i cinque diversi delfini del Mediterraneo. Veniamo ora alle specie più grandi, le “balene” (anche se il termine, in italiano, sarebbe appropriato solo per la prima qui di seguito).


BALENOTTERA COMUNE Il “nostro” gigante da record

Balaenoptera physalus

Le balenottere non sono balene in miniatura, come a volte si legge, ma tutto il contrario: si tratta della seconda specie più grande che sia mai esistita sulla faccia della Terra, subito dopo la “azzurra”. Lunghe fino a 21 m, i maschi, e 24 le femmine, e pesanti rispettivamente fino a 60 e 75 tonnellate, le balenottere comuni sono presenti in Mediterraneo con una popolazione geneticamente distinta da quelle dell’Atlantico.

Questa balenottera viene dal Santuario Pelagos e ha la pinna dorsale con una tacca, e dei parassiti sul corpo (le “penelle”); ho cercato di cogliere le caratteristiche della specie ma anche le imperfezioni di quel preciso, reale, unico individuo.


CAPODOGLIO (non chiamatelo balena)

Il secondo grande cetaceo, dopo la balenottera; ma a differenza di quest’ultima, il capodoglio non è un filtratore di plancton, bensì un odontocete, cioè un cetaceo con i denti, come i delfini. Non per nulla caccia attivamente le sue prede, dei calamari di profondità, ed è considerato il più grosso predatore vivente.

Questo individuo è stato avvistato vicino alla costa del Ponente ligure nel 2017 e nuovamente nell’estate del 2021.


ZIFIO Il meno conosciuto dei cetacei

Ziphius cavirostris

Lo zifio è un cetaceo che va a grandi profondità, un po’ come il capodoglio, ed è capace di lunghe apnee. Si trova spesso in zone con canyon sottomarini.

Questo individuo è stato avvistato, assieme ad altri due, nel giugno del 2013, nel Santuario Pelagos, mar Ligure.



VISITATORI Specie occasionali nel Mediterraneo


ORCA

Orcinus orca

L’orca non è un cetaceo mediterraneo, ma non è neppure del tutto inusuale che venga segnalata nelle nostre acque. La popolazione più vicina è quella che si muove tra le acque dell’Atlantico e lo stretto di Gibilterra. . Nonostante il nome inglese killer whale, non tutte cacciano balene o foche o otarie; molte sono invece “specializzate” nell’alimentazione a base di pesci.

L’individuo che ho dipinto è Zena, la femmina entrata in Mediterraneo con la sua famiglia e un piccolo, morto poco dopo (v. la storia). E’ stata riconosciuta grazie alle sfumature sulla “sella” dai ricercatori che l’avevano studiata nientemeno che nella lontana in Islanda.


BALENA GRIGIA

Eschrichtius robustus

Questa specie nel Mediterraneo proprio non c’è – o meglio, non dovrebbe esserci perché in realtà negli ultimi anni almeno due hanno visitato i nostri mari, sbagliando non solo mare ma addirittura oceano perché oggi le balene grigie vivono solo nel Pacifico. (In realtà ai tempi dei Romani questa specie pare fosse diffusa anche nel Mare Nostrum, salvo essere velocemente decimata, come del resto in tutto l’Atlantico.

Questo individuo è Wally, il più recente visitatore dei nostri mari. Come è arrivata fino a noi è spiegato nella pagina dedicata alla sua storia.


PSEUDORCA

Pseudorca crassidens

Diversi gruppi sono stati segnalati negli anni recenti anche nei nostri mari; un nuovo “arrivo”, un ritorno o invece solo una maggior attenzione e diffusione delle notizie grazie a social e altri media? Forse lo scopriremo nei prossimi anni…


MEGATTERA

… in arrivo